Domande Esistenziali: armiamoci di una domanda… anzi 2
[Domande Esistenziali: Armiamoci di una domanda… anzi 2 articolo di David Ciolli]
La qualità della nostra vita dipende anche dalla qualità delle domande che ci poniamo.
Noi viviamo la vita di altri.
E così sopravviviamo, senza vivere.
Sopravvivere significa imparare le tecniche e i modi che la società ci impone per poter essere accettati dai suoi membri e quindi prenderne parte.
Questo per motivi di sopravvivenza.
Come facciamo, invece, a vivere?
Semplicemente scoprendo cosa siamo veramente e facendo pulizia di ciò che non siamo.
Domandiamoci sempre:
“E chi l’ha detto che è così o che dovrebbe essere così?”.
Chiediamocelo ogni volta che qualcuno ci vuole imporre qualche verità o che noi stessi siamo preda di convinzioni e credenze che influenzano la nostra vita e il rapporto con gli altri.
La vera ricerca interiore inizia da questa domanda semplice e diretta.
Domande Esistenziali
Dobbiamo rivedere gran parte dei nostri modi di vivere ormai consolidati e che ci danno tanta sicurezza, anche i più distruttivi per noi.
Tutti ci diranno…
“non è così… devi fare così se vuoi essere accettato”…
La nostra vita si basa su un ricatto continuo e così quello è l’unico linguaggio che conosciamo e che insegneremo a nostra volta ai nostri figli… e così via.
Ma la ricerca interiore passa dalla consapevolezza degli schemi acquisiti e quindi dal rifiuto dei modi e degli atteggiamenti che non sono propri della nostra vera natura.
Tanta è la nostra fame di approvazione e di sicurezza che neghiamo continuamente noi stessi in nome di un riconoscimento che viene da fuori (è quello che ci hanno insegnato), senza fare i conti con quello che sarebbe il nostro sentire più profondo.
Lo facciamo molto più spesso di quanto si creda.
Ci chiudiamo nella regola e neghiamo noi stessi.
Ma così abbiamo l’approvazione della società.
E questo ci permette di sopravvivere.
Se sopravvivere non ci basta dobbiamo armarci di coraggio ed abbandonare tutto ciò che non siamo, “investire in perdita”.
Perderemo noi stessi, ma ritroveremo chi siamo veramente.
Se non perdiamo noi stessi, cioè la nostra falsa personalità, ciò che abbiamo costruito intorno alla nostra vera natura per sopravvivere nella società, sarà impossibile ritrovarci.
Tutto parte ed arriva alla consapevolezza.
E quindi anche dal sapersi porre le domande giuste.
Domande Esistenziali
Quando parlate con qualcuno, ascoltando quello che dice, ascoltando voi stessi, i vostri pensieri ripetitivi, schematici, i vostri pregiudizi, le vostre sensazioni, semplicemente chiedetevi:
“E chi l’ha detto che è così, o dovrebbe essere così?”
E’ una frase che ha il potere prorompente di un fiume in piena, perché spazza via tutte le convinzioni, le paure, le certezze che non ci appartengono, ma che fanno parte di una visione distorta di noi stessi.
Visione che ci è stata imposta dall’educazione, dalla società, e che manteniamo in vita per comodità, per abitudine, per paura di cambiare.
Ecco quindi la prima tecnica.
Parto da questa perché per cominciare un percorso di crescita, di qualunque crescita, è indispensabile liberarsi di tutto ciò che non ci appartiene [per maggiori informazioni, leggi i Primi Passi Verso la Ricchezza Vera, collana di ebook gratuiti che puoi scaricare e leggere indicando i tuoi dati nel form qui in alto a destra N.D.R.], e scoprire così quello che vuole davvero la nostra natura profonda.
E’ una tecnica che ci permette di scoprire, portare a nudo la verità su noi stessi.
Quante volte ci affanniamo dietro incombenze ed impegni in modi che mettiamo automaticamente in atto per abitudine.
Siamo totalmente inconsapevoli di quello che facciamo.
Ma anche il più semplice gesto può essere oggetto di verifica:
“perché faccio così? Chi l’ha detto che questo è il modo giusto? E se non lo è per me, perché continuo a farlo?”
“E chi l’ha detto che per arrivare a casa devo fare questa strada?”
“E chi l’ha detto che tutti quelli con giacca e cravatta sono persone serie?”
“E chi l’ha detto che sono poco affidabile?”
“Chi l’ha detto che se tutti fanno così questo è l’unico modo per farlo?”
“Chi l’ha detto che se ho fallito una volta sono un fallito?”
Se cominciate a porvi questa domanda vedrete dispiegarvi davanti a voi un universo del tutto diverso, fatto di cose che vi appartengono solo in superficie.
Vi renderete conto che la vita che state vivendo è quasi sempre una risposta automatica a qualcosa che è esterno a voi, ma che non corrisponde a vostre reali necessità o convinzioni su come dovrebbe essere veramente. E’ come se viveste sempre la vita di qualcun altro.
Come se foste sotto ipnosi, ripetendo sempre gesti di cui non ricordate neanche l’utilità.
Le tradizioni mistiche insistono molto sull’importanza della presenza mentale.
Altro non è che l’esserci al di là dei nostri condizionamenti.
Una cosa semplicissima a dirsi.
Ma provate a farlo.
Porsi la domanda “e chi l’ha detto che è così o che dovrebbe essere così?” ci pone, a livello mentale, in una condizione di dubbio molto fertile.
La mente si sente spiazzata, e il nostro subconscio comincia a lavorare nella direzione della consapevolezza.
E’ il primo scalino, il primo passo da fare.
Anche se è la mente che pone la domanda, l’efficacia è anche a livello interiore.
Il dubbio comincia ad aprirci gli occhi, a farci andare un po’ oltre la nube che ci offusca la vista.
Comincia il lavoro di decondizionamento.
Ed ora, un’altra domanda fondamentale che ci aiuta a scoprire cosa si nasconde dietro ai nostri obiettivi e soprattutto a trovare la risposta alla domanda
“cosa voglio davvero per me dalla vita?”
Quando ci è un po’ più chiara la natura dei nostri condizionamenti, vedremo che inseguiamo continuamente obiettivi di varia natura, ma raramente siamo consapevoli di quale sia la reale esigenza che vogliamo soddisfare col loro raggiungimento.
A questo proposito ci viene in soccorso un’altra domanda che dovremmo porci con onestà quando ci scopriamo indaffarati al raggiungimento di mete esteriori:
“Cos’è che mi fa stare bene pensando di avere questo”?
Oppure, espresso in altro modo
“Cosa otterrò realmente quando avrò raggiunto questo obiettivo?”
Dovremmo porci questa domanda fino a quando non scopriamo il sentimento fondamentale che anima la nostra ricerca.
Quello oltre il quale non è possibile andare avanti.
Quello, in poche parole, a cui non può essere ulteriormente applicata la domanda “cosa mi fa stare bene pensando di avere questo?”, perché ciò che ci fa stare bene è proprio quella sensazione.
Così, per esempio, troveremo che la nostra smania di fare soldi nasconde la voglia di sentirsi sicuri.
Per noi sentirci sicuri potrebbe derivare dall’essere apprezzati che, a sua volta, ci dà sensazione di calore, di contenimento.
Se potessimo sperimentare adesso, qui, questa sensazione, sarebbe ancora così importante perdere tanta energia a cercare di guadagnare sempre di più?
Se scoprissimo che il sentimento di sicurezza e di amore che cerchiamo è già qui, presente, e che non abbiamo bisogno di affannarci nel raggiungimento di mete esterne, non sarebbe una grande cosa?
Sarebbe come scoprire in noi la fonte del nostro vero potere.
Scoprire che ciò che cerchiamo veramente non è l’obiettivo che stiamo inseguendo, ma una sensazione che crediamo legata proprio al suo raggiungimento.
Sensazione che, scopriremo, potremmo sperimentare anche senza raggiungere quello specifico obiettivo, perché è già dentro di noi.
L’unica cosa che desideriamo, in fondo, siamo noi stessi.
C’è una famosa storiella davvero illuminante al riguardo.
Un ricco mercante passava nelle vicinanze di un piccolo porto, quando vide un giovane pescatore sdraiato su un muricciolo che si godeva la luce del sole e sonnecchiava dopo aver mangiato i frutti della sua giornata di lavoro.
Allora il mercante si avvicinò e, con aria di rimprovero, gli disse:
“se tu prendessi la tua barca e pescassi più pesce, potresti rivenderlo, e col ricavato potresti comprarti una barca più grande.
Così potresti pescare ancora più pesce e comprare altre barche, fino a possedere un’intera flotta.
Potresti navigare mari più profondi e più ricchi di pesce.
Allora diventeresti molto ricco.
Allora potresti finalmente riposare senza preoccupazioni”.
Il giovane pescatore, senza scomporsi, rispose
“E cosa crede che stia facendo in questo momento?”
Non significa che dobbiamo rinunciare ai nostri sogni (non accada mai!), ma capire cosa si nasconde sotto i nostri sogni, qual è la reale mancanza che vogliamo colmare, divenendo così consapevoli di cosa c’è dietro la nostra ansia, per esempio, di fare soldi, o di trovare un compagno, o di avere certe abitudini.
Potremmo trovare vie più dirette per arrivare allo stesso scopo.
Non cercheremmo di colmare i nostri vuoti interiori con le ricchezze, l’accumulo di cose, i rapporti e via discorrendo.
Tutto questo sarebbe un naturale sviluppo di un benessere già acquisito, che quindi sarebbe indipendente dal raggiungimento di beni materiali.
Quanti rapporti sono corrotti da questo vizio?
Chiediamoci quindi sempre cosa si nasconde dietro i nostri desideri.
“Cos’è che mi fa stare bene pensando di avere questo?”
Probabilmente stiamo inseguendo qualcosa che, alla fine, non ci darà quello che cercavamo.
Quello che cerchiamo, è bene ricordarlo, è sempre una sensazione.
E sempre una sensazione piacevole.
Cerchiamo il piacere e fuggiamo il dolore.
Lo facciamo sotto diverse forme, con percorsi contorti e a volte incomprensibili.
Ma la nostra è sempre essenzialmente una ricerca del piacere.
Spirituale o materiale.
Le nostre azioni sono dettate da una fuga dal dolore e da una ricerca del piacere.
E questa è una legge sempre valida.
A volte anche il dolore ci dà piacere, e questo meccanismo ci appare meno evidente…
Bene, usando nella vita quotidiana queste domande, vi accorgerete che molte cose che credevate assolutamente vere sono, in realtà, punti di vista suscettibili di cambiamento.
Scoprirete che molte vostre convinzioni sono soltanto false acquisizioni dovute all’educazione familiare, scolastica e via dicendo.
Scoprirete che in realtà molte cose che state facendo non sono quello che desiderate realmente fare e questo potrebbe turbarvi non poco, visto l’enorme potenziale di cui siamo forniti e l’esiguità del tempo in cui poterlo mettere in atto.
Soprattutto riuscirete a scoprire strade alternative, più vere, per giungere al soddisfacimento dei vostri reali bisogni, che di solito sono il bisogno di essere amati e approvati, di vivere una vita piena, di essere sani.
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PS
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Klar
hai raggruppato la vita in una frase….Le nostre azioni sono dettate da una fuga dal dolore e da una ricerca del piacere…..illuminante…:D
francesca
Stupendo e… da mettere in pratica subito. Altro tassello utile per il mio puzzle 🙂
Ciro
Bene : Pillola Rossa o Pillola Blu ?
catya
io ho sofferto davvero tanto xchè a dispetto di tutto e di tutti sono sempre stata me stessa e quindi criticata e allontanata come una malata che poteva infettare qualcuno, non mi è mai importato nulla, ho sempre avuto la convinzione era che l’importante io mi sentissi di essere me stessa al cento x cento e chi non l’accettava aveva il pregiudizio e l’invidia data dal non avere il coraggio di essere come me “fuori dagli schemi”.
oggi grazie a Dio ci siete tutti voi che mi fate sentire finalmente a mio agio e finalmente sto bene, non soffro più di depressione e posso affermare che la vita è bella;-)
grazie
Giovanni
questo post è da leggere molte volte, non una volta sola.
Giuliana
Bellissimo post !
E’ vero, alla fine ciò che conta è essere felici indipendentemente dagli oggetti che possiedi o non possiedi.
Se sei felice hai tutto ciò che ti serve!
Una delle affermazioni preferite da Ramtha è:
IO SONO GIOIA, perchè il senso della vita è essere felici !
Grazie.
Un abbraccio.
Davide
Ciao a tutti,
ognuno vive la propria illusiva realtà; ognuno ha ragione perchè “maestro di se stesso”, però è vero che qualcosa ci tiene sotto scacco… io ho dato un nome a questo qualcosa e l’ho chiamato “Antisistema”. Esso nasce da noi, dalla nostra paura, e col tempo tende a sopravvivere “proteggendoci” e nutrendosi di noi, della nostra energia che deriva dalla paura. Esso è un capro espiatorio che abbiamo creato per guardare altrove in luogo di guardare dentro di noi. Ora il “mostro” è fuori e tende a sopravvivere come è logico che sia. Sta solo a noi comprendere, ricordare, svegliarci…
Grazie a Jose per questa opportunità…
Io scrivo di questo tutti i giorni perchè è la mia VIta…
Mi sono preso la responsabilità di cambiare le “cose” dal mio punto prospettico che è integrato olograficamente nell’Uno…
Un abbraccio…
Serenità…
Jose
Davide ha scritto:
Prego!
🙂
Giovanni
senti Davide, hai davvero un bel blog, complimenti 🙂
Davide
Giovanni ha scritto:
Grazie Giovanni, fa bene ricevere una “pacca” sulla spalla 🙂
Una buona Vita…
Serenità
david
Si Davide…il tuo blog è molto ricco di riflessioni interessanti…complimenti
Ciao
Jose
Figuratevi che non riuscivo a capire se David e Davide fossero la stessa persona!
😀
Davide
david ha scritto:
Grazie David,
troppo buono 🙂
Un abbraccio…
Ciao
Davide
Jose ha scritto:
Ciao Jose,
la “e” ci differenzia 🙂
Per quanto riguarda Nibiru, c’è chi sostiene che sia un pianeta astronave. Cosa ne pensi?
Grazie.
Serenità
Jose
@ Davide:
Penso che sia un pianeta.
Le tavolette sumere parlano di attività vulcaniche che influenzano la loro atmosfera creando una sorta di crosta che fornisce calore e luce agli abitanti.
Ho sentito che attualmente sarebbe un pianeta semi-deserto perchè l’oro prelevato dalla Terra non sarebbe bastato per mantenere quella crosta…
Ma non so darti conferme… è solo gossip!
🙂
catya
mi avete incuriosita allora sono andata a visitare il blog di davide, si molto interessante ma vorrei darti un suggerimento x chi che come me visita molti siti e va di corsa:
potresti fare dei post più contenuti? tipo un nostro caro amico josè;-)
non te la prendere è:-)
un abbraccione Josè!!!
davide
catya ha scritto:
Ciao Katya, grazie 🙂
Terrò presente il tuo suggerimento…
Serenità
Anna
Caro David,
molto interessante il tuo post. Lo condivido perché è una scelta che ho fatto da tempo ma manca qualcosa…
La strada che ci indichi è giusta e sacrosanta ma non è una strada facile e indolore e bisogna saperlo perché non tutti sapranno percorrerla.
Porsi le giuste domande e “investire in perdita” come dici tu, per non continuare a
negarsi a se stessi pur di compiacere gli altri e sentirsi accettati ed amati, richiede tanta forza e tanto coraggio costantemente…per non arrendersi quando ti derideranno, per non scoraggiarsi quando ti annienteranno, per non deprimersi, quando
ti attaccheranno, ti contesteranno, ti faranno sentire inadeguato,strano, stupido o illuso e ti isoleranno e …ti sentirai sconfitto, smarrito e penserai perfino di arrenderti.
E’ giusto saperlo. Bisogna imparare a convivere con se stessi e la solitudine ed essere consapevoli della propria forza sempre, ma… ne vale assolutamente la pena. Io non potrei accettare un altro modo per vivere 🙂
Ti abbraccio
Anna
davide
Cara Anna,
scusami, pensavo ti stessi rivolgendo a me 🙂
Sorry…
davide
Cara Anna,
grazie per le tue considerazioni.
Lo so che non è una strada facile; ma facile o difficile sono concetti “limitati”. Non esiste differenza in realtà. Mio padre mi diceva sempre che per fare una cosa bene o male ci vuole lo stesso tempo. E’ dunque solo una simulazione mentale scritta nell’inconscio, la differenza tra le due strade.
Rinunciare allo zucchero è difficile all’inizio ma poi diventa facile.
Mantenere la consapevolezza spirituale al “timone” è difficile all’inizio poi diventa “normale”…
Funzioniamo così.
Ciò che pensano gli altri che non sono in risonanza, francamente non mi interessa. Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire…
Nella nostra ciclicità andremo incontro a fasi più complesse, ma passeranno senza ombra di dubbio…
Se l’onda portante che ci contraddistingue è “salda” non potremo smarrirci nei cicloni occasionali…
Il passaggio dimensionale del 2012, penso, sarà proprio così; nessuna catastrofe ma la separazione dimensionale tra esseri con differenti vibrazioni esistenziali. Per me è questo il “Giudizio Universale”. Un semplice “setaccio” naturale…
Spero di continuare ad averti ospite nel mio blog (e mi scuso con Jose, il padrone di casa, se sto approfittando della sua disponiblità)…
Grazie a Voi tutti…
Un abbraccione…
Serenità
Anna
Confesso che comincio anch’io a fare confusione fra David e Davide ma… questo post non l’aveva scritto David?? 🙂
Jose
Si, quello che scrive i post su questo blog è David Ciolli!
😀
Maria Bonaria
Ciao Carissimo, ho vissuto una seconda fanciullezza leggendo il tuo bolob, sei formidabile, sembra che tu leggi nei pensieri delle persone ed anche nei miei, ma non mi importa anzi, sono felice che qualcuno mi metta a tacere per umpò, e così ascoltare soltanto ed è come bere un bicchiere d’acqua pura quando muori di sete.Hai saputo cogliere l’espressione giusta delle cose ed io ti ringrazio infinitamente e se permetti un caro Bacio fraterno Maria Bonaria Fanunza.
Jose
Grazie mille Maria!
Faccio del mio meglio!
🙂
david
Sono David….senza e…anna e davide grazie per le precisazioni.
Cari saluti
David
edoardo bettazzi
spettacolare! d’ora in poi vivrò sempre l’attimo 🙂
Jose
Bravo Edo!
🙂
sonia
grazie per il post!hai espresso in modo chiarissimo dei concetti non facili da esprimere!non è un percorso facile,lo si capisce dopo molti errori ed esperienze almeno per me .il rischio è un po di solitudine ma è una solitudine con se stessi quindi buona e poi…è preferibile essere soli che circondata da false compagnie no?
Marianna
Grazie Josè! mancava “qualcosina” all’appello e come sempre la risposta è arrivata attraverso questa tuo post..della serie “chiedi e ti sarà dato”! Un abbraccio caro Amico e BUONA VITA! 🙂
Jose
@ Marianna:
E’ un post di David!
🙂
Giro a lui i tuoi complimenti!
🙂