Lo Sfidante: Recensione del Film Documentario e Libro di Giulio Achilli

Lo SfidanteLo Sfidante: Recensione del Film Documentario e Libro di Giulio Achilli – Articolo di Raffaella Menolfi

Sai quali sono i diritti di ogni essere umano che mette piede sul meraviglioso pianeta Terra?

Se la tua risposta è No, non conosco questi diritti, tranquillo, sei in buona compagnia🙂.

Questi diritti sono stati volutamente nascosti, oscurati e pochi ne sono a conoscenza.

Comunque non voglio farti stare sulle spine e ti svelo subito la risposta🙂

Ogni essere umano ha diritto ad una vita piena, felice, intensa.

Ha il diritto di:

  • esprimere pienamente se stesso, il suo potenziale, la sua unicità.
  • realizzare tutti i suoi sogni, tutti i suoi desideri.
  • sviluppare la sua saggezza e contribuire così al miglioramento dell’intera umanità.

Lo so, immagino che questa risposta ti possa sembrare assurda e immagino anche le mille e più domande che si affacciano nella tua mente:

Com’è possibile tutto questo?

Realizzare i miei sogni? I miei desideri?

Esprimere il mio potenziale? Cos’è il potenziale?

Essere felice? Ma come, con tutti i problemi che ho?

Potresti pensare che ti sto mentendo…

…che non è vero che hai questi diritti, che la vita ti ha dimostrato tutt’altro – almeno fino ad ora – e che quindi è impossibile per te essere felice e vivere realizzando tutti i tuoi desideri.

Ti capisco, ma sta solo a te la scelta: continuare a vivere la vita che stai vivendo ora, probabilmente fatta di insoddisfazioni e problemi vari (affettivi, lavorativi, etc.) oppure…

…oppure aprirti alla possibilità che ci sia un segreto, c’è qualcosa che ti è stato nascosto per impedirti di essere felice, per impedirti di realizzare te stesso e, nello stesso tempo, impedirti di contribuire alla crescita dell’umanità.

Se senti risonanza con questa seconda possibilità (la presenza di questo segreto, qualcosa di nascosto), continua pure a leggere l’articolo, scoprirai tante cose veramente interessanti che, se lo permetti, possono contribuire a cambiare in meglio, anzi, a trasformare completamente la tua vita.

Bene, procediamo.

L’articolo è un riassunto del libro e del film documentario Lo Sfidante (di cui comunque consiglio la lettura e la visione).

Ne riprende quindi la stessa struttura: è suddiviso in due parti a loro volta divise in capitoli.

Se non hai guardato il documentario, eccolo per te…

Lo Sfidante: film completo

Questo è il documentario integrale.

Scegli tu se leggere prima l’articolo o guardare prima il video…

Oppure se leggere un paragrafo, guardare il video su quel corrispondente paragrafo e procedere così di paragrafo in paragrafo.

Potrebbe essere un buon modo di studiare tutto.

Il tempo che stai impiegando per questo studio è un investimento ad altissimo valore, perchè la chiave di una vita felice e la fine di ogni sofferenza è tutta qui (leggendo scoprirai che non ho esagerato).

LINK UTILI:

Trascrizione del Documentario,

Libro Lo Sfidante su il Giardino dei Libri,

L’associazione che ha creato Lo Sfidante: MareNectaris,

Se vuoi, puoi fare una donazione agli autori del documentario.

Lo Sfidante – Chi sta usando la tua mente?
Recensione del Film – Documentario
Parte 1: L’Asservimento

  • Parte 1.1 – Hai mai visto il tuo avversario?

Per cominciare ti dico che tutti noi, ma proprio tutti tutti, siamo dotati di un potente strumento, che è sempre lì, a nostra completa disposizione.

Lo usiamo sempre, di giorno e anche di notte, non si ferma mai.

Lo diamo talmente per scontato, che non ci rendiamo nemmeno conto di averlo.

Hai già intuito di cosa sto parlando?

Pensaci un attimo: sempre lì con noi, a nostra completa disposizione 🤔.

Va beh! Te lo dico: sto parlando della nostra mente.

Uno strumento veramente potente che, ancora, non siamo in grado di usare nel modo corretto.

Senza nessuna offesa, ci mancherebbe.

È che nessuno ce lo ha mai insegnato, purtroppo.

Usare bene la mente, per creare e non per distruggere, potrebbe essere una rivoluzione per l’umanità. Tweetta!

Questo strumento è così potente e i benefici di un suo saggio utilizzo così belli e positivi, che ci sono stati volutamente offuscati, per farci vivere nel caos, nella confusione e nella sofferenza.

Non chiedermi il perché, non credo sia il caso di andare ad approfondire questo discorso.

Fatto sta che, a seguito del processo educativo a cui siamo abituati, nella nostra testa c’è tanta confusione e la mente stessa non viene utilizzata nel suo pieno potenziale.

A causa di questa confusione, sempre presente e di cui nemmeno ci rendiamo conto, non siamo capaci di prendere decisioni importanti per la nostra vita.

Viviamo costantemente con mille dubbi, mille incertezze e quando si tratta di prendere decisioni importanti, siamo attanagliati da tante domande:

  • Non sarà meglio aspettare?
  • Devo proprio farlo?
  • Sarà la cosa giusta per me?

Ti è mai capitato di avere questi dubbi o anche altri simili?

Continuare a pensarci e ripensarci, magari rischiando di non dormire la notte?

Pensiamo che questa confusione sia la normalità, perché siamo abituati a vivere così e perché la maggioranza delle persone vive così, nella confusione mentale: pensa, pensa e continua sempre a pensare.

Ma, c’è una minoranza di esseri umani, in cui lo stato naturale della mente è il Silenzio.

Sì, proprio così, hai letto giusto: il Silenzio.

Sembra quasi impossibile, ma è vero. Lo stato naturale della mente dovrebbe essere il Silenzio.

Poche persone lo hanno capito e vivono in questo stato.

Il Silenzio della mente permette di:

  1. vivere in pace, gioia, serenità
  2. pensare lucidamente
  3. vedere con chiarezza
  4. ascoltare con attenzione.

E, a sua volta, tutto questo permette di creare la vita esattamente come la vogliamo, permette di materializzare tutti i nostri desideri.

Il fatto che non siamo in grado di controllare la mente e quindi di smettere di pensare, ci porta a due interessanti riflessioni:

  • la nostra mente non è sotto il nostro controllo
  • qualcosa, dentro di noi, che non è la nostra mente, ci stimola a fare pensieri confusi e spesso inutili.
  • Parte 1.2 – Veste di nero e di nebbia, teme la Luce

  • Il nostro modo di interagire con la realtà che ci circonda varia a seconda di quale mente stiamo utilizzando.

    Infatti possiamo distinguere due diversi tipi di mente, ognuna con caratteristiche ben precise.

    Abbiamo la Mente Profonda e la Mente di Superficie.

    La Mente di Superficie segue le emozioni, che a loro volta sono influenzate dal dialogo interiore.

    La Mente Profonda segue le sensazioni, senza farci perdere in inutili processi mentali di infinite domande a volte senza risposta.

    Ecco una tabella che riassume le caratteristiche dei due tipi di mente.

    Mente di Superficie
    Emozioni
    Dialogo interiore

    1. Dialogo interiore inarrestabile
    2. Focalizzata sul passato e sul futuro
    3. Ragiona in termini di profitto e perdita
    4. Prende decisioni solo sulla base delle esperienze passate
    5. Progetta tutto il progettabile e calcola tutto il calcolabile
    6. Cambia idea e direzione in pochi minuti
    7. È incapace di concentrazione
    8. Cambia spesso idea e direzione

    Mente Profonda
    Sensazioni
    Sentire

    1. Percepisce la realtà senza l’interpretazione del pensiero
    2. Valutazione energetica del momento presente
    3. Non fa calcoli di profitti o perdite
    4. Non prende decisioni sulla base di esperienze passate
    5. È la nostra vera Voce Interiore
    6. Non fa piani o progetti con scadenze future prefissate

     

    Prova un po’ a indovinare: quale delle due menti usiamo in maniera prevalente?

    La Mente Profonda o la Mente di Superficie?

    Purtroppo, attualmente prevale la Mente di Superficie.

    Se cominciamo a diventare consapevoli anche dell’altra Mente, quella Profonda, se diamo spazio alle sensazioni, al sentire, oltre che alle emozioni, ecco… come per magia, entriamo in contatto con la nostra vera Guida Interiore, la nostra vera voce che sa darci con precisione tutte le indicazioni per procedere serenamente nella vita.

    La Mente Profonda è sempre presente dentro di noi, ma è spesso soffocata dalla Mente di Superficie.

    Perché la tiene soffocata?

    Semplice: perché se impariamo ad ascoltare sempre la nostra parte profonda, la Mente di Superficie perde il suo potere su di noi.

    Ma come, ti starai chiedendo, che senso ha far vincere sempre la Mente di Superficie se la Mente Profonda è la nostra vera Guida Interiore e seguendo lei possiamo essere felici?

    Il perché è spiegato dal fatto che c’è un qualcosa che ci impedisce di essere in contatto costante con la Mente Profonda, un qualcosa che agisce nell’ombra e che da ora in poi chiameremo Lo Sfidante.

    Sembra che siamo liberi di fare e di agire, ma in realtà non è così, viviamo come in una prigione, anche se non vediamo le sbarre o le catene.

    E da questa prigione è difficile entrare in contatto con la nostra parte più autentica, la Mente Profonda.

    • Parte 1.3 – Che cosa è lo Sfidante?

    Partiamo dalla definizione: cosa si intende per Lo Sfidante?

    Insieme di forze che agiscono nel campo della consapevolezza umano al fine di depotenziarlo e mantenerlo in uno stato inconsapevole e identificato con costruzioni mentali irreali.

    L’essere umano per sua natura è spinto all’evoluzione e all’espansione della consapevolezza.

    Lo Sfidante ha il compito di fermare questo processo.

    Nostro compito, invece, è quello di riconoscere questo insieme di forze che vogliono contrastare la nostra evoluzione e trasformarle in forze alleate.

    Noi crediamo di essere Lui (Lo Sfidante), siamo identificati con Lui, ma noi non siamo Lui, siamo molto, molto più potenti.

    Quindi nostro compito è riconoscere cosa è Noi, o per meglio dire, Chi sono io e cosa, chi è Lui.

    Compito ovviamente non semplice che porta ad un cammino fatto anche di parecchia sofferenza, perché Lui, Lo Sfidante, farà di tutto per sopravvivere.

    Lo scopo dello Sfidante è quello di sfidarci, di metterci alla prova, di mettere alla prova le nostre capacità di procedere lungo il sentiero della consapevolezza.

    Molte tradizioni di ricerca interiore parlano dello Sfidante, anche se usano nominativi e spiegazioni leggermente diversi.

    Qui una tabella riassuntiva:

    1. Tradizione esoterica ebraica della Torah e della Qabbalah

    Parecchie descrizioni dello Sfidante, del suo scopo e delle sue armi.

    In generale, possiamo dire che lo Sfidante è considerato l’Avversario, un’entità energetica che ci sfida a raggiungere la Luce (nella Chiesa Cattolica prende il nome di Satana).

    L’avversario crea le forze che ci spingono al cambiamento.

    Crea degli ostacoli che, per assurdo, ci permettono di fare delle scelte e andare verso la Luce.

    2. Tradizione sciamanica tolteca del lignaggio di Don Miguel Ruiz

    Lo Sfidante prende il nome di Parassita.

    Il parassita è un sistema formato dal giudice, dalla vittima e dal sistema di credenze.

    Ecco spiegato come funziona il sistema.

    Dentro di noi ci sono 2 parti (create dalle mente):

    • c’è il giudice, che ha sempre qualcosa da ridire su tutto, quello che facciamo o non facciamo, le emozioni che proviamo, etc.
    • c’è la vittima, cioè la parte che si sente giudicata (dal giudice) e che pensa di dover essere punita per quello che ha fatto o non fatto o per le emozioni che prova o non prova.

    Queste 2 parti (giudice e vittima) sono rette, cioè stanno in piedi, grazie al nostro sistema di credenze.

    Un sistema che viene trasmesso da generazione in generazione e quindi si forma quando siamo piccoli e una volta installato è veramente difficile disinstallarlo.

    Il Parassita ruba energia, gioia e si alimenta con le emozioni negative derivanti dalla paura e dalla sofferenza.

    La nostra sofferenza è il suo cibo.

    3. Tradizione sciamanica tolteca del lignaggio di Don Juan Matus

    “Scopriremo che abbiamo un compagno che resta con noi per tutta la vita.

    Un predatore che emerge dalle profondità del cosmo e assume il dominio della nostra vita e noi siamo suoi prigionieri”.

    Noi siamo il suo cibo.

    Lui ci installa i sistemi di credenze, la differenza tra bene e male etc.

    È il Predatore a creare i nostri vari problemi, perché così si nutre dell’energia che usiamo per superarli.

    Questo Predatore lo chiamavano anche “Il Volador” (quello che vola, perché si muove a balzi nell’aria).

    4. Eckhart Tolle (Uomo contemporaneo che ha avuto un’esperienza di risveglio improvvisa e totale)

    Lo Sfidante prende il nome di Corpo di Dolore.

    Il dolore accumulato nel nostro corpo è un campo di energia negativa che occupa il corpo e la mente.

    Se lo considerate un’entità invisibile a sé stante, vi avvicinate molto alla verità.

    Si tratta del corpo di dolore emozionale.

    State in guardia per scoprire eventuali segni di infelicità in voi, sotto qualunque forma: può essere il corpo di dolore che si risveglia.

    Può assumere la forma di irritazione, impazienza, malinconia, desiderio di offendere, collera, furore, depressione, necessità di avere qualche dramma nei rapporti personali, e così via.

    Il corpo di dolore vuole sopravvivere, al pari di ogni altra entità esistente, e può sopravvivere soltanto se vi induce a identificarvi inconsapevolmente con esso.

    Allora può impadronirsi di voi, diventare voi, e vivere attraverso voi.

    Deve alimentarsi tramite voi.

    Si nutrirà di ogni esperienza che entri in risonanza con il suo stesso tipo di energia, ogni cosa che crei ulteriore dolore sotto qualunque forma: collera, capacità distruttiva, odio, afflizione, dramma emozionale, violenza, perfino malattia.

    Il dolore può alimentarsi soltanto di dolore, e una volta che il corpo di dolore si è impadronito di voi, necessitate di altro dolore, e diventate vittime, o persecutori.

    La sua sopravvivenza dipende dalla nostra identificazione inconsapevole con esso, nonché dalla nostra paura inconsapevole di affrontare il dolore che vive in noi.”

    Tradizioni diverse, in contesti ambientali e storici diversi, riconoscono la presenza di questo Sfidante, dandogli nomi e caratteristiche un po’ diverse.

    Sfidante, Avversario, Parassita, Predatore (Il Volador) o Corpo di Dolore…

    …chiamalo come vuoi, ma si tratta sempre di un’entità energetica che vive e si alimenta alle spese di un’altra senza dare nessuna cosa in cambio.

    Questa entità energetica toglie energia e mantiene l’essere umano in uno stato di inconsapevolezza.

    Il primo passo verso la consapevolezza è riconoscere la presenza di questa entità energetica e il passo successivo è quello di smettere di alimentarla.

    In questo modo si indebolisce.

    La consapevolezza permette una profonda trasformazione della vita di ogni essere umano.

    Prima della consapevolezza, l’uomo è prigioniero della sua mente, dei suoi dialoghi interiori auto sabotanti.

    Con la consapevolezza, l’uomo è completamente libero.

    Libero di esprimere pienamente se stesso, quello che è nel profondo della sua Anima.

    Il risultato ultimo è la felicità.

    Sì, proprio così, una vita felice, in pace con se stessi e con gli altri.

    Nelle tradizioni di tutto il mondo, chi accetta la sfida con Lo Sfidante è chiamato Guerriero.

    Guerriero è chi si ribella all’invasione del Parassita.

    Don Miguel Ruiz

    Sei pronto ad accettare la sfida e trasformare la tua vita?

    Sei pronto a risvegliare il Guerriero che c’è in te?

    Il Guerriero della Luce?

    • Parte 1.4 – Phobos

    Per avviarci verso la via del Guerriero, è necessario conoscere le conseguenze dell’operato dello Sfidante sulle nostre vite.

    Sì, hai capito bene, la sua presenza influenza in modo decisivo la nostra vita.

    Quanto scrivo adesso, in parte l’abbiamo già visto anche prima, ora è un po’ più dettagliato.

    Conseguenze dell’operato dello sfidante nella nostra vita:

    • Dialogo interiore continuo, confuso e, ovviamente, negativo, depotenziante che crea ansia e preoccupazione anche se spesso senza nessuna ragione.
    • Giudizio negativo continuativo e costante verso tutto e tutti, ma, soprattutto, verso se stessi.
    • Fuga dal compiere azioni costruttive.
      Tendenza a rimandare le cose da fare in un ipotetico futuro, che non arriva mai (domani, lunedì, etc.).
    • Mantenere sempre le stesse abitudini e attaccamento emozionale ad esse.
    • Auto sabotaggio di ogni ispirazione che crea gioia ed entusiasmo con dubbi e paure irreali.
      Forte desiderio di fare qualcosa di bello o che piace, a cui poi si rinuncia per la presenza di pensieri disturbanti generati dal dialogo interiore negativo che fanno perdere l’ispirazione e l’entusiasmo e alimentano il giudizio (negativo). Si pensa e non si agisce.
    • Fuga dalla responsabilità personale.
      Non ci si prende mai la responsabilità di quanto accade nella propria vita e si dà la colpa all’esterno: “Perché lui…, perché lei…, la crisi…,”.
      È sempre colpa degli altri o delle situazioni.

    Nella nostra società occidentale, tutti, ma proprio tutti, viviamo con queste caratteristiche, di cui, ovviamente, non siamo consapevoli o lo siamo solo in parte.

    Quali sono le conseguenze?

    Prova a immaginare: potrai mai essere veramente felice se vivi facendo le cose indicate sopra?

    No, infatti la realtà in cui viviamo è fatta di paura, infelicità e tanta sofferenza.

    Come si fa ad accorgersi che si sta vivendo in questo modo?

    È veramente difficile accorgersene.

    Siamo talmente presi dalla nostra routine quotidiana che pensiamo sia l’unico modo possibile di vivere.

    Pensiamo che la paura e la sofferenza siano una condizione naturale.

    Anche perché, come si usa dire “siamo tutti sulla stessa barca”, nel senso che viviamo tutti nello stesso modo, con le stesse caratteristiche e gli stessi sistemi di auto sabotaggio.

    Sembra assurdo, ma è così.

    Perché lo accettiamo così passivamente?

    Semplice: perché non siamo a conoscenza di modelli alternativi.

    Non ci è stato mai detto che la vita può essere vissuta anche nell’amore, nella gioia e nel divertimento.

    Non abbiamo conosciuto persone che vivono così.

    E, quindi, mancandoci questa informazione, ci limitiamo ad accettare quello che ci è stato insegnato, dandolo per buono, pensando che sia l’unico modo possibile.

    Possiamo allargare i nostri orizzonti solo quando incontriamo qualcuno che vive in modo completamente diverso, che segue un altro metodo, un’altra via e che quindi non ha, non segue, quelle caratteristiche elencate sopra.

    Nel corso della storia ci sono state delle persone risvegliate (poche in realtà) che hanno tentato di condividere le loro scoperte e risvegliare così l’intera umanità.

    Purtroppo il loro messaggio è stato completamente distorto.

    Lo Sfidante che agisce attraverso la Mente di Superficie (filtrando la realtà reinterpretandola come vuole lui) alimenta il dialogo interiore e il giudizio.

    Si intromette per impedire di vedere le cose da un’altra prospettiva/angolazione: vivere seguendo un altro modello di vita che, in automatico, verrà giudicato o non possibile o non corretto o… qualsiasi altra cosa pur di non seguirlo.

    Come fare quindi per uscire da questo vortice negativo che sembra senza fine e che si autoalimenta e risvegliarsi così ad una nuova vita?

    1. Riconoscere gli effetti dello Sfidante su di sé (le caratteristiche elencate sopra).
    2. Riuscire a smettere di fare anche solo una di quelle caratteristiche.

    Basta cominciare da una per attivare un processo di risveglio e disattivare Lo Sfidante stesso.

    Facile? No, perché altrimenti la società non sarebbe messa così male.

    Lo Sfidante ha le sue armi, che usa per non essere smascherato.

    E con queste armi ci tiene sotto scacco.

    • Parte 1.5 – Deimos

    Per andare avanti è utile introdurre il concetto di Realtà.

    Sai cosa è la Realtà?

    Probabilmente pensi di saperlo, la Mente di Superficie pensa di saperlo ed è convinta di quello che pensa.

    Ma le cose non stanno proprio così.

    Dal vocabolario della lingua italiana, realtà:

    • tutto ciò che esiste
    • cosa vera, concreta; il complesso delle cose vere, concrete, materiali, in opposizione alle cose immateriali, intangibili
    • la qualità di essere reale, cioè di esistere effettivamente e di non essere soltanto apparente o immaginario o possibile.

    Dal film documentario Lo Sfidante:

    Ciò che può essere sperimentato in qualsiasi momento da chiunque e nello stesso modo, attraverso i 5 sensi è realtà.

    Tutto il resto non esiste.

    E se la Realtà fosse qualcosa di completamente diverso rispetto a quanto indicato nelle sue varie definizioni?

    E se queste definizioni di realtà fossero solo delle illusioni?

    Immagino che queste domande ti stiano già mandando un po’ in tilt 😵.

    E se ci fosse un’illusione collettiva creata per farci vivere costantemente in una prigione?

    Noi dovremmo essere in grado di interpretare la realtà usando la Mente Profonda, cioè quella parte della mente che usa le sensazioni.

    Infatti uno degli scopi della Mente Profonda è l’interpretazione della realtà attraverso un punto di vista fluido ed armonioso con l’energia che ha colpito il nostro campo di consapevolezza.

    Invece cosa succede?

    Succede che la Mente di Superficie si mette in mezzo…

    …e svolge un ruolo che non le appartiene, interpreta la realtà al posto della Mente Profonda.

    La Mente di Superficie è utile e dovrebbe svolgere il ruolo di aiutante della Mente Profonda, attraverso la scrittura, il calcolo e la matematica – che sono i modi in cui traduce intuizioni e pensieri provenienti da realtà superiori – in termini verbali e con piani, programmi e progetti ben definiti e precisi.

    Purtroppo, invece, la Mente di Superficie si sostituisce alla Mente Profonda prendendosi un ruolo che non è il suo.

    Interpreta la realtà al posto della Mente Profonda e la interpreta in base ai suoi filtri. La Mente di Superficie usa il suo strumento, il dialogo interiore condizionato per interpretare la realtà.

    Ti sei mai chiesto perché a volte anche nell’arco di pochi minuti cambi umore?

    Prima sei triste, poi felice, poi di nuovo triste e così via?

    È il risultato di un continuo dialogo interiore: tante voci nella testa che ti condizionano senza che sei nemmeno in grado di rendertene conto.

    Come possiamo difenderci dallo Sfidante che ha preso il controllo della nostra Mente di Superficie?

    L’arma a nostra disposizione è la consapevolezza.

    Contro la consapevolezza lo Sfidante non può fare niente.

    Ma è difficile per un essere umano arrivare alla consapevolezza, perché fin da piccoli lo Sfidante prende il controllo della Mente di Superficie e ci fa credere di essere quello che non siamo, cresciamo e crediamo di essere lui.

    Sì, hai capito bene: crediamo di essere lo Sfidante stesso.

    Ci identifichiamo con lui.

    Come è possibile quindi liberarsene, liberarsi di un qualcosa che crediamo essere addirittura noi stessi?

    Quindi, ricapitolando, l’interpretazione della realtà spetta alla Mente Profonda, con la collaborazione della Mente di Superficie.

    Ma la Mente di Superficie è sotto il controllo dello Sfidante.

    È diventata un suo strumento, uno strumento dello Sfidante stesso.

    Ma lo Sfidante usa anche un altro strumento per alimentarsi della nostra energia agendo proprio come un parassita.

    Questo strumento è l’automatismo tra dialogo interiore ed emozioni.

    Lo Sfidante ci spinge ad un dialogo interiore depotenziante, che porta ad avere emozioni negative che a loro volta ci tolgono energia e vitalità.

    Un circolo vizioso da cui sembra impossibile liberarsi.

    • Parte 1.6 – L’avversario ha il volto velato. Il tuo.

    In questo capitolo si parla di emozioni.

    L’emozione è una sensazione nel corpo, che noi percepiamo in risposta ad un evento che ha colpito il nostro campo di consapevolezza.

    Emozioni, queste sconosciute o quasi.

    Le conosciamo perché le proviamo.

    Ma hai mai riflettuto su come si creano?

    Un’emozione è la reazione del nostro organismo a due tipologie di stimoli:

    • Uno stimolo esterno, generato da eventi che si manifestano nell’ambiente circostante.
      E da quali informazioni siamo circondati se accendiamo la tv o leggiamo i giornali? Amore o paura?
      Lo stimolo che arriva dall’esterno, porta generalmente all’emozione della paura.
    • Uno stimolo interno, generato indovina un po’ da che cosa? Dal dialogo interiore.
      E, ti ricordi chi ha il controllo del dialogo interiore?
      La Mente di Superficie, che a sua volta è controllata dallo Sfidante.

    Com’è il dialogo interiore generato dallo Sfidante?

    Quasi sempre negativo e, quindi, anche questo ci porta a provare emozioni negative.

    Ecco così generata la Spirale di Depotenziamento, un circolo vizioso che si autoalimenta, fatto di emozioni negative che alimentano il dialogo interiore che a sua volta alimenta le emozioni negative.

    La Spirale di Depotenziamento è la principale arma a disposizione dello Sfidante per toglierci energia e vitalità e che gli permette di continuare ad autoalimentarsi.

    • Parte 1.7 – La Spirale di Depotenziamento

    Sei sicuro di essere completamente libero di agire?

    E che le tue azioni corrispondano esattamente a quello che tu desideri?

    Immagino la tua risposta: Sì, certo, ovvio che è così, decido io della mia vita.

    Ma ti ricordi quanto abbiamo detto precedentemente a proposito della Mente Profonda e della Mente di Superficie?

    Chi controlla la Mente di Superficie? Lo Sfidante.

    Ed è quindi lui a controllare ogni nostra singola azione.

    In poche parole siamo inconsapevoli vittime di tossicodipendenza emozionale.

    Le nostre abitudini sono sotto il controllo dello Sfidante.

    Si innesca così una spirale di depotenziamento: emozioni negative, dialogo interiore negativo, abitudini negative. E tutto si autoalimenta.

    Questo fino a quando glielo permettiamo.

    Per non permetterglielo dobbiamo allargare la nostra consapevolezza, la consapevolezza delle emozioni che ci spingono a compiere delle azioni.

    La consapevolezza ci aiuta a riconoscere la presenza dello Sfidante nelle nostre azioni (abitudini, pensieri, emozioni) e a neutralizzarlo, quindi a riprendere il controllo della Mente di Superficie e rimetterla al servizio della Mente Profonda.

    Quindi, per uscire da questa forma di tossicodipendenza è importante applicare il distacco, è importante l’osservazione attenta e consapevole ed è importante porsi delle domande:

    • è mio questo pensiero o no?
    • mi è utile questo pensiero o no? Mi fa stare bene?
    • se non mi è utile e non mi fa stare bene, con quale altro pensiero posso sostituirlo?

    Se non è mio, non mi è utile e non mi fa stare bene, probabilmente è dello Sfidante.

    Ecco allora che basta sostituirlo con un altro pensiero e così la spirale cambia verso, da depotenziante, diventa potenziante.

    Ci vuole pratica, allenamento, soprattutto all’inizio, ma è possibile cambiare il verso della spirale e trasformarla in una spirale di potenziamento, una spirale di Potere.

    Infatti, volere è potere, se lo vogliamo veramente possiamo riprenderci il controllo della nostra vita. A questo punto la scelta è solo nostra.
    • Parte 1.8 – Attacco, occultamento, sofferenza

    Lo Sfidante agisce sulla nostra consapevolezza in due modi diversi:

    1. l’attacco
    2. l’occultamento
    • L’attacco avviene attraverso la Spirale di Depotenziamento.

    In questo modo lo Sfidante genera un turbine di emozioni negative di cui si nutre.

    Queste emozioni sono veramente forti e potenti, sembra che non ne possiamo fare a meno, sembra che non possiamo vivere senza di loro.

    Si parla, come già detto, di tossicodipendenza emozionale.

    • L’occultamento è la fase passiva.

    Sembra che lo Sfidante arretri un attimo, ma noi rimaniamo comunque ad un basso livello energetico.

    Sovraccaricati da pensieri inutili e dannosi, senza senso, che producono emozioni negative, che derivano tutte da un’unica emozione, la paura.

    In questo modo la consapevolezza viene tenuta prigioniera e la nostra vita è gestita dallo Sfidante che ci tiene in scacco.

    Quali sono le conseguenze di una vita pienamente gestita dallo Sfidante?

    1. Non seguiamo le nostre aspirazioni.
      Sappiamo cosa ci piace e cosa ci rende felici, cosa ci fa stare bene, cosa ci fa sentire emozioni positive, ma non ascoltiamo questa vocina che arriva direttamente dal nostro cuore.
    2. Opponiamo resistenza ai cambiamenti.
      Il cambiamento fa parte della vita, è cosa giusta e naturale, come è naturale il passaggio delle stagioni.
      Il cambiamento ci permette di crescere ed evolvere ma per lo Sfidante rappresenta una minaccia e quindi lo ostacola.
    3. Diamo la responsabilità agli altri delle cose brutte che ci succedono nella vita.
      Quindi ci schieriamo e combattiamo contro qualcuno o qualcosa al di fuori di noi.
      Ma in realtà siamo sempre noi i responsabili, non c’è nessuno da combattere all’esterno.
    4. Siamo ansiosi e preoccupati di perdere quello che abbiamo.
      In realtà non possiamo perdere niente, è lo Sfidante che ce lo fa credere.
    5. Rimaniamo attaccati (a livello emotivo) a situazioni, abitudini, luoghi o persone che ci bloccano.
      Cose che ormai per noi dovrebbero essere superate le teniamo legate a noi, come se non potessimo vivere senza.
      Ma la realtà è ben diversa, infatti si tratta solo di attaccamento.
    6. Viviamo nelle illusioni della mente e siamo separati dal sentire vero e profondo del nostro cuore.
    7. La nostra realtà è creata dai nostri pensieri che a loro volta sono generati dallo Sfidante.
      Crediamo che la realtà sia reale (scusa il gioco di parole), invece è creata dalle nostre congetture, create a loro volta dai nostri pensieri.
      In base a come vediamo la realtà reagiamo, ma è tutta una manipolazione.
    8. La paura di soffrire ci fa allontanare sempre di più dagli altri perché abbiamo la sensazione di doverci difendere dai loro attacchi.
      Si creano gruppi noi contro loro, ma questa separazione è solo un’illusione.
      Loro sono esattamente come noi, sotto l’influenza dello Sfidante.

    In sintesi:

    Sintetizzando, quindi, possiamo dire che la conseguenza principale dell’azione costante dello Sfidante è una vita fatta di sofferenze.

    Viviamo così, con la nostra bella Spirale di Depotenziamento e pensiamo che non possiamo far altro che accettare quello che è, senza fare niente per cambiare.

    Lo Sfidante: Recensione del Film – Parte 2: La riconquista

    lo sfidante

    • Parte 2.1 – Entrare in azione

    Tutto quanto detto fino ad ora ci ha permesso di comprendere a livello razionale/mentale tante cose.

    Adesso abbiamo tante nuove informazioni, conosciamo lo Sfidante, come agisce, quali sono le conseguenze del suo operato.

    Ma questa nuova consapevolezza non sta ancora portando dei cambiamenti dentro di noi.

    Per arrivare ad una trasformazione profonda bisogna agire.

    Senza le azioni si rimane vittime dello Sfidante.

    Hai deciso cosa vuoi fare?

    Vuoi agire o rimanere immobile e permettere allo Sfidante di gestire te e la tua vita?

    Se hai deciso di agire, bene, sono felice per te.

    Continua pure a leggere l’articolo, da qui in poi ti spiegherò come fare per riprenderti il pieno potere della tua vita.

    Il percorso della riconquista, la riconquista della propria vita dalle grinfie dello Sfidante, è diviso in diverse tappe: comprensione, consapevolezza e liberazione.

    Arrivare alla liberazione non è semplice, inutile farsi illusioni.

    A volte sembrerà di essere arrivati.

    Si apriranno delle connessioni coi mondi sottili che ci faranno pensare di essere arrivati.

    Ma spesso non è così.

    È lo Sfidante che arretra un attimo.

    Ma poi ci fa ricadere nella Spirale del Depotenziamento.

    Bisogna fare attenzione a non cadere nelle sue trappole e comunque, se ci si cade, è bene vedere chiaramente di esserci ricascati.

    Il cambiamento è avvenuto solo quando riusciremo a vedere chiaramente ciò che è.

    Lo scopo del cammino è quello di liberare più energia possibile, energia che ci serve per riprenderci in mano la nostra vita.

    Energia che adesso è gestita dallo Sfidante per i suoi scopi.

    L’agire non deve essere finalizzato tanto a sconfiggere lo Sfidante in sé e per sé.

    Come se la lotta contro lo Sfidante fosse lo scopo della nostra vita.

    Non dobbiamo ragionare così.

    L’agire deve essere finalizzato a vivere una vita piena, felice, serena, facendo tutto ciò che ci piace e provando emozioni positive.

    Perché è questo quello che ognuno di noi si merita e ciò a cui lo Sfidante si oppone.

    Per raggiungere il nostro scopo (essere felici) e quindi sconfiggere (indirettamente) lo Sfidante, abbiamo diverse armi a nostra disposizione.

    Armi sì, ma che sono in realtà stati d’animo, sensazioni, cose che normalmente non facciamo, ma che se messe in atto lo Sfidante non è più in grado di contrastarne gli aspetti positivi.

    • Parte 2.2 – La prima arma

    La prima arma è anche la più importante.

    Se manca quella, cioè se non siamo in grado di usare bene quella, in automatico non possiamo usare nemmeno le altre.

    Sei curioso di conoscere quest’arma?

    La prima arma è la disciplina.

    Più precisamente: lo stato d’animo interiore della disciplina.

    Ci sono tante neuro associazioni legate a questa parola e pensiamo che sia qualcosa di faticoso, di impegnativo, tanti si tirano indietro solo a sentire nominare la parola.

    Nel nostro contesto, invece, la disciplina è solo un modo di essere e di agire fondato su 3 elementi di base.

    3 Elementi base della Disciplina:

    1.  Decidere consapevolmente le proprie azioni.
      Significa scegliere di fare una o più azioni che portino direttamente ad un grande obiettivo: il miglioramento della nostra vita.
      Bisogna fermarsi, decidere cosa può migliorare la nostra vita e agire di conseguenza.
      In una società caotica come la nostra le azioni non vengono scelte in maniera consapevole, ma sono il risultato di abitudini, abitudini a loro volta generate dallo Sfidante per mantenere il suo potere.
      Tra abitudine e azione disciplinata quello che fa la differenza è la consapevolezza.
      Quindi: un’azione senza consapevolezza è un’abitudine e gestita dallo Sfidante.
      Un’azione consapevole è disciplina.
      Un’abitudine toglie energia.
      Un’azione consapevole aumenta il livello di energia.
    2. Agire senza aspettative.
      Decido l’azione da fare e la faccio. Punto.
      Senza pensare al risultato, al profitto o alla perdita o all’eventuale giudizio di altre persone, positivo o negativo che sia.
      Pensa che bello! Agire e basta! Come va, va.
      Questo libera tantissima energia per fare altre cose meravigliose.
    3. Accogliere in serenità qualsiasi risultato.
      Noi siamo liberi di scegliere le azioni e di metterle in pratiche al fine di migliorare la nostra vita. Punto.
      I risultati che otteniamo non dipendono da noi, ma da qualcosa di più grande di noi, da Forze Superiori e possono essere anche completamente diversi rispetto a quello che ci aspettiamo.
      E quando arriveranno i risultati?
      Anche questo non è dato sapersi.
      L’unica cosa che conta è agire per migliorare la nostra vita.

    La Serenità annienta lo Sfidante!

    Il grande risultato che si ottiene mettendo in pratica la disciplina è la serenità e questa serenità, una volta raggiunta, non ce la toglie nessuno.

    Nello stesso tempo la serenità annienta lo Sfidante, perché da questo stato d’animo lui non ha più nessun potere, non è più lui a decidere per noi.

    I tre elementi base della disciplina e cioè:

    • decidere consapevolmente le proprie azioni,
    • agire senza aspettative,
    • accogliere con serenità qualsiasi risultato

    sono tutte cose che normalmente non facciamo.

    Anzi, a volte facciamo proprio il contrario:

    • decidiamo in modo inconsapevole le azioni da compiere,
    • agiamo con delle aspettative,
    • siamo delusi se le cose sono andate diversamente rispetto alle aspettative che ci siamo creati.

    La pratica della disciplina crea energia ed entusiasmo e se questo stato viene mantenuto costantemente nel tempo, viene radicato al punto tale da creare una vera e propria barriera che impedisce allo Sfidante di accedere alla nostra energia.

    • Parte 2.3 – Intensificazione

    Nel capitolo precedente abbiamo visto la tecnica/arma della disciplina per disattivare l’operato dello sfidante.

    Adesso vediamo altre due armi a nostra disposizione che hanno comunque lo stesso obiettivo: disattivare lo Sfidante per riprenderci il pieno controllo della nostra vita.

    1. La non espressione delle emozioni negative.

    In altre parole non trasformare le emozioni negative in azioni concrete che le esprimono.
    Prendiamo ad esempio la rabbia.
    Sei arrabbiato e avresti voglia di spaccare tutto o di picchiare qualcuno.
    Non farlo.

    Spaccare tutto o picchiare qualcuno sarebbe proprio un modo per esprimere in un’azione concreta un’emozione negativa che stai provando.
    E non va bene.
    Quando c’è un’emozione negativa l’unica cosa sensata da fare è accettarla per quello che è, essere consapevoli della sua presenza e non permetterle di prendere il controllo su di noi, facendo delle azioni di cui poi potremmo anche pentirci.
    Osservandola con accettazione e distacco prima o poi si alleggerisce, fino al punto di sparire del tutto.
    Farci reagire invece è il gioco che vuole lo Sfidante, è il suo obiettivo, per toglierci energia.
    Facile? No, come sempre.
    Anche in questo caso inutile farsi illusioni.

    Ci vuole pratica e attenzione.
    Siamo abituati a trasformare in azioni le emozioni negative e a non manifestare le emozioni positive.
    Invece adesso ci viene chiesto di fare più o meno l’opposto o quanto meno, tanto per iniziare, almeno di evitare di manifestare le emozioni negative.
    Anche se non dobbiamo cadere nell’errore di ignorare le emozioni negative.
    Non bisogna reagire, quello sì, ma se ci sono vanno ascoltate, accolte con distacco, fino a quando non hanno più potere su di noi e scompaiono.

    2. La riemersione della Mente Profonda.

    La Mente di Superficie crea molta confusione.
    Tanti pensieri sconnessi e disordinati, tante informazioni a volte difficili da gestire.
    Far riemergere la Mente Profonda significa, semplicemente, mantenere il distacco tra noi e i pensieri generati dalla Mente di Superficie.

    Significa avere la consapevolezza che quei pensieri non siamo noi, rimaniamo lì, in ascolto delle sensazioni che ci arrivano, osservando quei pensieri con distacco.
    Quando applicare questa tecnica?
    Sempre, se possibile.
    Osservare ogni cosa con il giusto distacco.
    Osservare le piante, i fiori e ogni oggetto ascoltando le sensazioni che arrivano dalla Mente Profonda.


    Questi due nuovi strumenti (non esprimere le emozioni negative e far riemergere la Mente Profonda) ci permettono di conquistare uno spazio nostro in cui lo Sfidante gradualmente perde il suo potere.

    E noi?

    Noi poco alla volta diventiamo gli unici creatori della nostra vita, ci riprendiamo tutto il nostro potere e l’energia necessaria per compiere azioni guidati dalla nostra Mente Profonda.

    • Parte 2.4 – Il pilastro finale

    Tutto quanto abbiamo visto fino ad ora (la disciplina, la non espressione delle emozioni negative e la riemersione della Mente Profonda) è di preparazione per esprimere una delle facoltà fondamentali dell’essere umano e cioè la facoltà del Silenzio Interiore.

    Una facoltà ricercata da tutte le tradizioni di ricerca interiore (scusa il gioco di parole, ma è proprio così) di tutto il mondo.

    Ci sono tanti modi e tecniche diverse per arrivare al Silenzio Interiore.

    Ognuno di noi, in ascolto profondo di se stesso, può trovare quella a lui più congeniale: varie tecniche di meditazione, varie tipologie di Yoga, danza, musica, etc.

    Il modo per arrivarci è diverso per ognuno, ma l’obiettivo è unico per tutti: arrivare a sviluppare questa grande facoltà del Silenzio Interiore.

    Nel Silenzio lo Sfidante perde il suo potere.

    Ogni suo tentativo di infiltrarsi per governare ancora la Mente di Superficie viene immediatamente riconosciuto e allontanato.

    L’uomo ha il pieno controllo e potere sulla sua vita.

    Col Silenzio ogni dialogo interiore viene immediatamente cancellato o trasformato in dialogo potenziante.

    Quindi si vive in uno stato di completa pace, in cui gradualmente possiamo innalzare il nostro livello di energia che rimane a noi, disponibile per aumentare ulteriormente la nostra consapevolezza.

    Come e quando praticare il Silenzio Interiore?

    Sempre.

    In ogni istante di vita possiamo praticare questa antica e altrettanto nuova disciplina.

    Rimanendo semplicemente in ascolto di quello che stiamo vivendo, di quello che proviamo in ogni situazione, momento per momento.

    È richiesta attenzione, costante vigilanza sui nostri pensieri, riconoscere l’eventuale interferenza dello Sfidante.

    Basta semplicemente cominciare, un passo alla volta e poi diventa un nuovo automatismo.

    Il Silenzio Interiore diventerà parte integrante della nostra vita.

    Grazie alla pratica del Silenzio Interiore è possibile trasformare lo Sfidante in alleato.

    Ma la scelta è sempre nostra e va fatta momento per momento.

    In ogni istante della nostra vita possiamo decidere cosa fare, quale strada intraprendere: rimanere sotto il controllo dello Sfidante o aprirci alla Vita, alla magia, al potere che ci aspetta di diritto in quanto esseri umani.

    Il potere di creare una vita meravigliosa in linea con i nostri doni/talenti e con le nostre aspirazioni più profonde.

    • Parte 2.5 – Accettare la sfida

    Le quattro armi a nostra disposizione (1. disciplina, 2. non espressione delle emozioni negative, 3. riemersione della Mente Profonda, 4. Silenzio Interiore) possono essere considerate i quattro punti della Piramide della Riconquista, i quattro punti alla base della Piramide stessa.

    Quanto tempo ci vuole per costruire l’intera Piramide?

    Difficile saperlo.

    Le quattro armi agiscono dentro di noi, adesso che ne abbiamo la consapevolezza, ma ci saranno ancora dei momenti di arresto e forse anche di arretramento.

    Inutile pensare che il percorso sia semplice e in discesa, perché non è così.

    Nel corso della vita abbiamo ereditato credenze, programmi e informazioni depotenzianti su di noi, sul nostro potere e sul nostro potenziale.

    Ci vuole tempo per liberarsene, quanto non si sa, l’importante è continuare a crederci, continuare a lavorare su di sé nell’edificazione della Piramide e, quando meno ce lo aspettiamo, avremo raggiunto il nostro obiettivo.

    La nostra Piramide sarà lì, ben edificata e riconosceremo subito la presenza dello Sfidante, lo guarderemo con distacco e lui, a questo punto, non avrà più nessun potere su di noi.

    Distaccati dallo Sfidante, siamo semplicemente noi stessi, liberi e felici.

    Liberi di esprimere il nostro innato potenziale.

    Liberi di costruirci la vita che desideriamo.

    Questa è la sfida e sta a te decidere se accettarla o meno😉.

    Puoi cambiare completamente la tua vita, scalare la Piramide della Riconquista, arrivare in cima e vivere la vita che hai sempre sognato o che da ora in poi puoi sognare: una vita ricca, felice, fatta di relazioni sane, di salute, abbondanza e prosperità.

    Oppure?

    Oppure lasciare tutto esattamente così com’è.

    Sei di fronte ad un bivio e solo tu puoi decidere la direzione da intraprendere.

    Lo Sfidante: Recensione del Film – Sintesi riassuntiva

    Abbiamo a nostra completa disposizione uno strumento molto potente, la nostra mente.

    Purtroppo non c’è stato insegnato come utilizzarla per accedere al nostro completo potenziale e vivere una vita piena e felice.

    La mente a sua volta si divide in:

    1. Mente Profonda
    2. Mente di Superficie

    ognuna con sua specifiche caratteristiche.

    La Mente di Superficie è sotto il controllo dello Sfidante.

    Lo Sfidante è conosciuto in molte tradizioni di Ricerca Interiore e nelle varie tradizioni prende anche nomi diversi: Avversario, Parassita, Volador, Corpo di Dolore.

    Comunque, in ogni tradizione è un’entità energetica che vive e si alimenta alle spese di un’altra senza dare nessuna cosa in cambio.

    Sta a noi decidere se accettare o meno la sfida.

    La sfida verso la consapevolezza e intraprendere così la via del Guerriero.

    L’operato dello Sfidante influenza negativamente la nostra vita, sotto diversi aspetti.

    Accettiamo passivamente di vivere in questo stato anche perché, chi più chi meno, siamo tutti sulla stessa barca.

    Poche sono le persone che sono riuscite o riescono ad uscire da questo schema.

    Così come poche sono state le persone risvegliate che hanno tentato di salvare l’umanità e, per di più, il loro messaggio è stato frainteso.

    Lo Sfidante agisce indisturbato, sfruttando tutte le armi a sua disposizione.

    Purtroppo, una delle sue armi, è la nostra Mente di Superficie di cui lo Sfidante si è preso possesso e che continua ad alimentare con dialoghi interiori depotenzianti.

    Il dialogo interiore depotenziante porta a sentire/provare emozioni negative, che a loro volta generano azioni/abitudini negative, alimentando così la spirale di depotenziamento.

    Come possiamo uscire da questa spirale di depotenziamento?

    Con la consapevolezza.

    Grazie alla consapevolezza riusciamo a riconoscere la presenza dello Sfidante nelle nostre azioni e quindi a indirizzarci verso la riconquista, la riconquista del nostro potere personale.

    Riprendersi il potere personale richiede di agire.

    Agire non tanto con lo scopo di sconfiggere lo Sfidante, ma più che altro con lo scopo di vivere una vita piena e felice.

    Anche noi abbiamo a disposizione delle armi per riprendere il potere della nostra vita.

    Queste armi sono 4 e costituiscono le 4 basi della piramide della riconquista:

    1. La prima arma è la disciplina:
      – decidere in modo consapevole le proprie azioni
      – compiere le azioni senza avere aspettative sui risultati
      – accogliere serenamente qualsiasi risultato.
    2. La seconda arma è la non espressione delle emozioni negative, cioè evitare di trasformare le emozioni negative in azioni concrete che le esprimono.
    3. La terza arma è la riemersione della Mente Profonda, cioè osservare i pensieri generati dalla Mente di Superficie con distacco.
    4. La quarta e ultima arma, il pilastro finale della piramide, è la facoltà del Silenzio Interiore.
      Nel Silenzio lo Sfidante perde completamente il suo potere e da avversario si trasforma in alleato.

    Lo Sfidante: Recensione del Film Documentario e Libro di Giulio Achilli – Articolo di Raffaella Menolfi

    PS
    I tuoi commenti sono veramente importanti per Ricchezza Vera: ci consentono di capire quante persone leggono e apprezzano questi articoli… e di conseguenza capiamo se questi argomenti ti interessano e devo andare in questa direzione, oppure se devo cambiare rotta.

    Quindi… Se ti è piaciuto “Lo Sfidante – Recensione del Film”, se hai domande, dubbi o altro da condividere, lascia il tuo sempre gradito commento qui in basso. Grazie! 😁


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